Crusca e Treccani fanno venire in mente un conferenziere che, mentre spiegava norme e regole della buona igiene corporale, si metteva le dita nel naso.
Vediamo perché.
Ero un sostenitore dell'Accademia della Crusca e ricevevo la pubblicazione "La Crusca per voi"; a più riprese avevo inviato soldi per tenere in vita la benemerita istituzione.
Credevo che l'Accademia fosse prestigioso e valido presidio a guardia della salute del nostro idioma; così ho pensato, fino al giorno in cui mi son visto recapitare messaggi dove il mio nome seguiva il mio cognome. Da non credere! La Crusca che scrive i cognomi prima dei nomi... come si nominavano, nel secolo scorso, i coscritti alla visita di leva militare: Rossi Mario, Bianchi Giuseppe...
Allo stesso modo si comporta l'Istituto Treccani: pubblica annunci sulla stampa e sul web dove invita i lettori ad acculturarsi coi suoi libri e, intanto, chiede di spedire adesioni in cartolina scrivendo i cognomi prima dei nomi.
Se questi sono i "cani da guardia" della lingua nostra, mi sembrano alquanto sdentati e inadatti alla bisogna.
Povera Crusca, povera Treccani!
Finanziamenti da parte dello Stato e dei cittadini? Speriamo proprio di no. Bisogna tagliargli i "viveri" affinché cessino di diffondere ignoranza.
mercoledì 21 novembre 2012
Crusca e Treccani: I Guastatori Dell'Italiano
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mercoledì 14 novembre 2012
Sfondiamo Porte Aperte
Diciamo che:
1- La lingua, parlata e scritta, serve per comunicare.
2- La grammatica è il codice che prescrive le regole linguistiche delle trasmissioni interpersonali orali e scritte.
3- I codici grammaticali guidano la lingua verso il raggiungimento del massimo di efficacia comunicativa.
Dato che questi tre enunciati sono lapalissianamente indiscutibili, risulta chiaro che chi chiama una donna "il ministro", "il direttore", "l'avvocato" trasmette una comunciazione falsa.
Chi dice "il ministro Cancellieri" nomina una persona di sesso maschile; se poi Cancellieri è donna, vuol dire che la dizione è sbagliata e chi l'ha trasmessa ha detto il falso.
I mass media italiani sono farciti di questi incredibili qui pro quo. Perchè?
Da tempo, osservando i comportamenti linguistici degli italiani, abbiamo potuto evidenziare soprattutto due modi di risolvere il passaggio dei nomi o sostantivi maschili verso il femminile.
Moltissimi parlanti e scriventi, invece di applicare semplicemente le regole grammaticali, si avventurano nei seguenti due vicoli ciechi.
1- Si rifiutano di fare il femminile con la "a" finale al posto della "o".
Per esempio:
avvocato ---> avvocata
maresciallo ---> marescialla
meccanico ---> meccanica
2- Ricorrono alla finale in "ssa" come se questa soluzione fosse il toccasana universale.
La proliferazione dei femminili in "ssa" denuncia una "quasi ossessione" degli italiani.
Per esempio:
vigilessa anzichè vigile
soldatessa anzichè soldata
diavolessa anzichè diavola
Ambizione di chi scrive queste note è quella di aiutare i connazionali a non complicarsi la vita quando parlano o scrivono.
Segnatamente, quando si trovano davanti alla formazione del femminile.
1- La lingua, parlata e scritta, serve per comunicare.
2- La grammatica è il codice che prescrive le regole linguistiche delle trasmissioni interpersonali orali e scritte.
3- I codici grammaticali guidano la lingua verso il raggiungimento del massimo di efficacia comunicativa.
Dato che questi tre enunciati sono lapalissianamente indiscutibili, risulta chiaro che chi chiama una donna "il ministro", "il direttore", "l'avvocato" trasmette una comunciazione falsa.
Chi dice "il ministro Cancellieri" nomina una persona di sesso maschile; se poi Cancellieri è donna, vuol dire che la dizione è sbagliata e chi l'ha trasmessa ha detto il falso.
I mass media italiani sono farciti di questi incredibili qui pro quo. Perchè?
Da tempo, osservando i comportamenti linguistici degli italiani, abbiamo potuto evidenziare soprattutto due modi di risolvere il passaggio dei nomi o sostantivi maschili verso il femminile.
Moltissimi parlanti e scriventi, invece di applicare semplicemente le regole grammaticali, si avventurano nei seguenti due vicoli ciechi.
1- Si rifiutano di fare il femminile con la "a" finale al posto della "o".
Per esempio:
avvocato ---> avvocata
maresciallo ---> marescialla
meccanico ---> meccanica
2- Ricorrono alla finale in "ssa" come se questa soluzione fosse il toccasana universale.
La proliferazione dei femminili in "ssa" denuncia una "quasi ossessione" degli italiani.
Per esempio:
vigilessa anzichè vigile
soldatessa anzichè soldata
diavolessa anzichè diavola
Ambizione di chi scrive queste note è quella di aiutare i connazionali a non complicarsi la vita quando parlano o scrivono.
Segnatamente, quando si trovano davanti alla formazione del femminile.
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martedì 30 ottobre 2012
Senza Preamboli
Senza preamboli: ci proponiamo di frenare la deriva della lingua italiana, parlata e scritta, che sembra inarrestabile soprattutto da quando le donne sono entrate massicciamente nelle professioni già occupate da soli maschi.
Senza premesse: diamo subito un elenco di parole incolonnate sotto le diciture "giusto" "sbagliato" riservandoci di motivare in seguito, grammatica alla mano, il perchè delle nostre indicazioni.
Gli esempi qui sopra annotati possono costituire un "pronto soccorso", dato che rappresentano l'inventario essenziale delle scorrettezze riscontrate sulla stampa e in tv negli ultimi tre giorni dell'ottobre 2012.
Adesso vediamo di spiegare il motivo che ci ha spinto a proporre le correzioni di cui sopra.
Il motivo è il più semplice e il meno misterioso che si possa immaginare: abbiamo dato un'occhiata alla grammatica italiana in uso nelle classi terze elementari!
Ecco qua.
Per esempio.
Alcuni nomi in -e:
I nomi che corrispondono a forme sostantivate di participio presente:
I nomi in -ista e -cida:
Alcuni nomi in -a, quasi tutti di derivazione greca:
Senza premesse: diamo subito un elenco di parole incolonnate sotto le diciture "giusto" "sbagliato" riservandoci di motivare in seguito, grammatica alla mano, il perchè delle nostre indicazioni.
Maschile | Femminite Giusto | Femminile Sbagliato |
Il vigile Il presidente L'avvocato Il cancelliere Il direttore Il medico Il notaio Il consigliere Il geometra Il prefetto Il poliziotto L'architetto Lo scienziato Il filosofo Il geografo Il chirurgo Il sindaco |
La vigile La presidente L'avvocata La cancelliera La direttrice La medica La notaia La consigliera La geometra La prefetta La poliziotta L' architetta La scienziata La filosofa La geofrafa La chirurga La sindaca |
La vigilessa La presidentessa L'avvocato Il cancelliere Il direttore Il medico Il notaio Il consigliere Il geometra Il prefetto La donna poliziotto L'architetto Lo scienziato Il filosofo Il geografo Il chirurgo Il sindaco |
Ecco qua.
Nomi di Genere Comune
Sono quei nomi o sostantivi che hanno un'unica forma per il maschile e per il femminile; essi si distinguono solo dall'articolo o dall'aggettivo che, eventualmente, li accompagni.Per esempio.
Alcuni nomi in -e:
Il nipote Il custode Il consorte Il parente |
La nipote La custode La consorte La parente |
I nomi che corrispondono a forme sostantivate di participio presente:
Il cantante Un insegnante Un agente Un amante |
La cantante Un'insegnante Un'agente Un'amante |
I nomi in -ista e -cida:
Il giornalista Il pianista Il finalista Un artista Il suicida Un omicida |
La giornalista La pianista La finalista Un'artista La suicida Un'omicida |
Alcuni nomi in -a, quasi tutti di derivazione greca:
Il collega Il pediatra Un atleta Un ipocrita |
La collega La pediatra Un'atleta Un'ipocrita |
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